LA DEPRESSIONE IN ETA' EVOLUTIVA
Le manifestazioni di tipo depressivo nel bambino non sono paragonabili a quelli dell'adulto, i sintomi infatti variano e mutano con il variare del livello evolutivo.
E non ci si trova di fronte a quadri stabili, ma mutevoli, in relazione a una serie di fattori.
Inoltre i bambini possono avere flessioni del tono dell’umore temporanee. Come succede talvolta per determinati avvenimenti famigliari o extra-famigliari - ad esempio la nascita di un fratelllo, la malattia di un familiare, l’inserimento scolastico. Fatti in grado di turbare il bambino con conseguenze sul suo stato emotivo e che possono essere o meno superati a seconda della sua vulnerabilità e della specifica situazione famigliare.
L’ambiente famigliare e le relazioni che intercorrono all’interno del nucleo hanno un ruolo importante per il benessere del bambino. Un clima familiare positivo e buone relazioni, costituiscono un'ottima base per il benessere infantile e un fattore protettivo determinante per la costruzione di un sano percorso di crescita.
All'opposto, un clima emotivo negativo all’interno della famiglia, conflitti famigliari, relazione disturbate incidono negativamente sul suo benessere, favorendo l'insorgenza di disagi o amplificando e sostenendo problematiche altrimenti più facilmente superabili.
I segnali di disagio
Sono la qualità, il grado di intensità, il persistere nel tempo della manifestazione sintomatica, il suo impatto sul benessere del bimbo e della famiglia intera, che ci aiutano a capire quando interpellare lo specialista.
Ma quali sono i segnali di un possibile disturbo dell’umore in età evolutiva?
Più il bimbo è piccolo, più i sintomi sono di tipo psicosomatico, come ad esempio rallentamenti nello sviluppo psicomotorio, eczema, diarrea o un po’ più avanti, asma.
Mano mano che cresce dispone di mezzi più elaborati per esprimere uno stato di sofferenza psicologica, infatti compaiono con più frequenza disturbi del comportamento.
Potrebbero indicare una sofferenza depressiva segnali quali l’irritabilità, il ritiro sociale, l’espressione triste, il pianto frequente, l'eccessiva remissività o accondiscendenza, la difficoltà di concentrazione. Ma anche lamentele somatiche, cefalea, emicranie, insonnia o incubi notturni, enuresi.
Altri segnali da non sottovalutare sono il calo del rendimento o il fallimento scolastico, gli incidenti ripetuti, la ricerca di punizioni attraverso comportamenti non propri, condotte etero ed autoagressive, turbe del comportamento, la fuga, il furto, la menzogna.
Un segnale particolarmente specifico in età prescolare, è l’anedonia, ossia l’incapacità di provare piacere nelle attività quotidiane e specialmente nel gioco.
Cosa fare
Se un bambino mostra segni o sintomi di una possibile sofferenza psicologica, se sono di una certa intensità, se si protraggono per un certo arco di tempo, è opportuno rivolgersi ad uno specialista, come lo psicologo/psicoterapeuta, al fine di una valutazione diretta e attenta del disagio e un eventuale trattamento idoneo a risolverlo.
E comunque quando il comportamento del bimbo desta preoccupazione è bene pensare che una valutazione specialistica sarebbe opportuna poiché la prevenzione, il sostegno o l’intervento precoce sono comunque auspicabili.
Ricordiamo che un intervento tempestivo è assolutamente consigliato per evitare eventuali peggioramenti e che il disturbo possa evolvere e strutturarsi in epoche successive.
Un approccio psicoterapeutico proprio e consigliato per i disturbi dell’età evolutiva è quello sistemico-relazionale poiché indaga ed interviene in merito ai disagi del bambino non prescindendo dai contesti in cui è calato, principalmente quello famigliare.